Il Consiglio ratifica l'Accordo sul precariato e il decreto sul fabbisogno

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 18 - 25 MAGGIO
LUNEDI' 23 MAGGIO- MATTINA

Nella seduta della mattina, il Consiglio Grande e Generale approva a maggioranza la ratifica dell'Accordo di governo e sindacati per il superamento del precariato nel settore pubblico allargato, il decreto attuativo e il decreto sul Fabbisogno pubblico, provvedimenti presentati dal segretario di Stato per gli Affari interni, Gian Carlo Venturini.

Come previsto infatti dall'ordine del giorno, la seduta consiliare si apre sul comma 13, dedicato alla ratifica dell'accordo di governo e sindacati per il superamento del precariato nel settore pubblico allargato e alla ratifica del decreto attuativo n.23 e del decreto n.60 “Primo fabbisogno del Settore Pubblico Allargato”.

Il segretario di Stato Venturini, spiegando gli interventi, sottolinea la portata del decreto sul Fabbisogno, ricordando che il Consiglio Grande e Generale “non discute un provvedimento così complessivo da oltre 20 anni”.  E ancora: “Il fabbisogno è completo e generale- spiega-  c’è stato un confronto con le organizzazioni sindacali per tenere conto delle necessità della PA, inclusa l’informatizzazione e il contenimento dei costi”. Quindi il segretario di Stato passa a illustrare l'intervento di stabilizzazione dei precari che avviene, spiega, in un contesto di diminuzione del personale pubblico, passato dalle 4.241 persone del 2010 alle 3.709 del 2016, oltre 500 unità in meno. Cita poi i numeri della stabilizzazione: “Con i provvedimenti si danno risposte ai precari- puntualizza- viene definita una prima fascia che coinvolge circa 190 persone- di cui 128 della scuola- altri cento circa all’Iss”. Il segretario Venturini chiarisce che c’è una seconda fascia per cui i requisiti saranno maturati al quinto anno. Nel corso del dibattito, emergono le posizioni critiche della minoranza: Francesca Michelotti, Su-LabDem, lamenta di aver ricevuto il documento sul fabbisogno solo 5 giorni prima del Consiglio. “Ci troviamo nella impossibilità di discuterne, senza che il governo abbia mai sentito la necessità di confrontarsi minimamente con l'opposizione- stigmatizza- è grave soprattutto per una manovra che solleva legittimi sospetti di clientelismo e che arriva nella fase finale di legislatura”. Mimma Zavoli, C10, contesta i dati sulla riduzione del personale, avvenuta, precisa, grazie ai prepensionamenti straordinari e ai pensionamenti naturale. “A fronte di anni di immobilismo e di precariato sempre in aumento- domanda- perché si è arrivati solo ora alla definizione dei numeri del nuovo volto della Pa?”. Critico sul metodo Nicola Selva, Upr: “Si ripete il copione del passato tanto criticato da tutti- osserva- è vero che l'intervento si doveva fare, ma dipende con quali metodi”. Dalla maggioranza, Alessandro Cardelli, Pdcs, controbatte i sospetti sollevati da Michelotti: “Definire questo decreto clientelare- manda a dire- è tutt'altro che onesto intellettualmente”.  Milena Gasperoni, Psd, sottolinea come il fabbisogno non sia una mera fotografia della situazione attuale: “Parte dall’analisi dei servizi, delle mansioni e dei titoli di studio necessari, dai carichi di lavoro. Di lì si è imbastita l’architettura del fabbisogno”. Nicola Renzi, Ap replica a chi mette in dubbio i numeri sulla riduzione del personale: “In alcuni casi è vero, c'è stata esternalizzazione- spiega- ma una riduzione del costo della Pa c'è stata senza dubbio. E su questa strada bisognerà continuare”. Infine, Massimo Cenci, Ns conferma il dato sulla riduzione del personale, anche se, ammette :“Questo intervento non ha contribuito a ridurre  il deficit di credibilità nella Pa che la gente percepisce rispetto all'efficenza e alla produttività”.

Concluso il dibattito, l'Aula approva a maggioranza la ratifica dell'accordo e dei decreti.

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